Il riscaldamento diseguale della superficie terrestre è la causa primaria dei moti atmosferici, che sono il risultato degli effetti combinati sulle masse d’aria dei moti convettivi e della rotazione terrestre.
La circolazione che va dall’equatore verso i poli può essere schematizzata mediante quelle che vengono chiamate celle convettive di Hadley: si formano così delle zone caratterizzate da correnti ascensionali, associate al suolo ad aree di basse pressioni (zona equatoriale e zona attorno al 60° di latitudine) e discensionali, associate alle alte pressioni (zone polari e tropicali).
Per effetto della rotazione terrestre, il moto delle masse d’aria avviene attorno a centri di alta pressione o di bassa pressione. Il diverso comportamento termico, nelle varie stagioni, delle regioni continentali rispetto agli oceani, fa sì che la posizione delle aree di alta e di bassa pressione vari durante l’anno. Nonostante ciò, alcune di queste aree subiscono spostamenti relativamente piccoli e vengono chiamate aree cicloniche e anticicloniche permanenti o semipermanenti.
Una di queste è proprio l’Anticiclone delle Azzorre, che prende il suo nome per via del fatto che il centro di alta pressione attorno al quale avviene la circolazione si trova, soprattutto d’inverno, in corrispondenza delle isole Azzorre, nell’Oceano Atlantico. Questo anticiclone appartiene al gruppo degli anticicloni subtropicali e il suo comportamento influenza grandemente tutta l’area mediterranea e non solo.
La sua posizione invernale, a latitudini relativamente basse, permette a un gran numero di perturbazioni, in genere atlantiche, di accedere al Mediterraneo. In estate, oltre che a spostarsi più a Nord, espandendosi tende invece a ricoprire e quindi a “proteggere” il Mediterraneo dalle perturbazioni, garantendo in genere tempo caldo e soleggiato.
La diversa posizione dell’anticiclone delle Azzorre è conseguenza del fatto che nella stagione fredda la differenza termica Equatore-Polo è molto più marcata di quanto non sia in estate.
Il problema dei giorni nostri è che spesso siamo in presenza di aree depressionarie sulla penisola iberica che provocano una risalita dinamica calda da parte dell’anticiclone africano. Ora le motivazioni di questo comportamento di un azzorre che si defila sempre più in Atlantico provoca una cambiamento delle condizioni meteo in Italia che a lungo andare potrebbe essere considerato come cambiamento climatico.
Fattore importante è stabilire se diverrà una costante climatica oppure rimarrà annoverata nello storico come una delle tante anomalie da quando si studiano i comportamenti climatici a più ampio raggio e quindi risalenti a tempi molto brevi rispetto alla storia della Terra.
Ora è convinzione da parte mia e non solo che sia una condizione transitoria che la natura sta mettendo in atto prima del cambio deciso verso una nuova PEG/Glaciazione viste le condizioni favorevoli a tale ipotesi.
Più volte ho sottolineato l’importanza della corrente del golfo per il clima europeo mitigato da questa corrente calda, ma ormai si evidenzia una grave agonia della stessa nel nord atlantico e lo sprofondamento delle acque nei famosi camini termici è ridotto al lumicino, causa per la quale il flusso atlantico è meno energico in sede europea provocando la formazione di anticicloni geo-stazionari per lungo tempo.
Anticicloni che spesso, per il momento ricevono il contributo africano, causando improponibili condizioni termiche sopra media trentennale, ma transitorie in assestamento verso condizioni di continentalità marcata, con quest’ultimi che abbandoneranno le radici tropicali e si trasformeranno in termici e non più dinamici ( mia ipotesi).
Le conseguenze sarebbero traumatiche in Europa, ma condizioni del tutto eccezionali si concretizzeranno in tutto il pianeta con impatto economico-politico da considerare come un problema prioritario.
Un cordiale saluto
Luca Romaldini