Dagli studi sulla circolazione atmosferica globale, è noto che l’Atlantico settentrionale è interessato da fenomeni ciclici che controllano l’interazione tra le masse liquide e quelle gassose. Tra questi, quello che ha le maggiori ripercussioni sul clima europeo oltre all’AMO, è l’Oscillazione del Nord Atlantico (NAO) che si manifesta come un’oscillazione a periodicità complessa delle masse atmosferiche tra le Azzorre (zona normalmente ad alta pressione) e l’Islanda (zona normalmente a bassa pressione).
L’Oscillazione del Nord Atlantico è espressa dall’indice NAO, definito dall’anomalia, rispetto alla differenza standard, tra il minimo barometrico dell’Islanda e l’alto barometrico delle Azzorre.
L’indice varia di anno in anno con una ciclicità complessa, ma mostra di appartenere alla stessa fase (positiva o negativa) per diversi anni (30÷40 anni). Il valore positivo dell’indice NAO indica l’esistenza di un’area di pressione atmosferica maggiore del normale sulla zona tropicale delle Azzorre ed una zona di depressione più accentuata del valore medio in corrispondenza dell’Islanda, quindi complessivamente una differenza barometrica maggiore del valore medio tra i due citati poli (vedi la ciclicità dell’indice AMO). In questi periodi le aree mediterranee e dell’Europa centro-meridionale godono di inverni temperati e poco piovosi, mentre le aree europee settentrionali sono interessate da violente perturbazioni.
Invece, il valore negativo dell’indice NAO indica una riduzione anomala della differenza di pressione atmosferica tra le aree tropicali delle Azzorre ed il minimo barometrico dell’Islanda. In questo caso, il ridotto gradiente barometrico non consente lo sviluppo di violente perturbazioni nell’Europa settentrionale, ma induce perturbazioni di minore intensità nell’area mediterranea e nell’Europa centro-meridionale, generando in queste aree inverni umidi, con copiosa neve in concomitanza a fattori ciclici.
L’Oscillazione del Nord Atlantico è causa di variazioni climatiche decennali nel settore marittimo dell’Atlantico, sia sul continente europeo che americano. Infatti, essa è ben correlabile con le variazioni climatiche dell’emisfero settentrionale, quindi con le precipitazioni e le temperature dell’aria. L’influenza di tale fenomeno atmosferico periodico si estende nel continente europeo almeno fino alla Turchia, come dimostra la buona correlazione tra i parametri meteo climatici medi di quest’area e l’indice NAO; mentre, nel continente americano, ne è stata riconosciuta l’influenza sulle serie storiche di deflussi fluviali.
Sulla base delle anzidette conoscenze è stata verificata l’esistenza di correlazione tra la serie storica dell’indice di precipitazione media e l’indice NAO mediante l’analisi di cross-correlazione. Il massimo valore del coefficiente di correlazione tra le due serie storiche è stato verificato per un ritardo nullo e con un livello di significatività che supera i test statistici.
D’altronde il semplice confronto grafico tra le due serie evidenzia, soprattutto dopo il filtraggio con le medie mobili ad 11 anni, una chiara coincidenza di fase ed una corrispondenza dei principali picchi, oltre che una migliore correlazione tra le due serie storiche proprio in corrispondenza dei cicli solari.
Quanto detto rimette di nuovo in discussione l’influenza del sole sul Sistema Climatico terrestre.
Ora è chiaro che l’assenza significativa di precipitazioni sul centro-nord del nostro paese, escludendo il meridione colpito da depressioni mediterranee, proseguirà per almeno un altro semestre, quando i maggiori indici torneranno ad essere favorevoli. Ciò non vuol dire che non ci saranno precipitazioni, ma risulteranno riparatrici e non in surplus.
Non fatevi ingannare dalla Natura…La quiete prima della tempesta!!!
Già da ora sottolineo il profondo cambiamento climatico in atto sull’intero vecchio continente che vedrà da quest’anno una crescita esponenziale di fenomeni meteorologici estremi, ricordando che la prossima estate risulterà nel complesso calda, con brevi periodi perturbati che risulteranno essere estremi con fenomeni anche incipienti, e che il prossimo inverno risulterà essere molto rigido con configurazioni pressorie dominanti e persistenti, sottolineo il QBO e l’AMO in territorio negativo per il prossimo autunno e inverno 2012-2013, una Enso e una PDO tra il neutro e il negativo; conseguentemente l’AO e la Nao in tendenza negativa.
Rischio molto accentuato di vivere momenti critici sia in estate che in inverno con picchi accentuati, negativi o positivi, sia termici che pluviometrici.
Un cordiale saluto
Luca Romaldini