Come prevedere la formazione dei temporali…

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Con questo inciso per andare a visionare i fattori che incidono sulla formazione di nubi torreggianti che spesso provocano rovesci e temporali.

Oltre alla normale visione del cielo, dei venti, dell’umidità e delle variazioni di pressione sul loco (per questo vi ricordo le previsioni personalizzate nella sezione meteo-didattica), altri sono i fattori che possiamo seguire per fare le nostre previsioni personalizzate.

Andiamo a visionare e a cercare di spiegare il K INDEX, il PW, il LIFTED INDEX, il CAPE INDEX, il CIN e lo SREH INDEX.

1)      Il K INDEX è un indice fondamentale per stimare la possibilità di formazione delle nubi temporalesche e si esprime in gradi centigradi. In seguito ad un radiosondaggio con una relazione specifica possiamo calcolarci il valore utile per darci un’idea sulla percentuale di possibilità di formazione di temporali.

La relazione è questa: K = (T850 -T500) + Td850 – (T700-Td700) + V

T 850 rappresenta la temperatura a 850 hPa in gradi centigradi, T 500 rappresenta la temperatura a 500 hPa in gradi centigradi, Td 850 rappresenta la temperatura di rugiada a 850 hPa in gradi centigradi, T rappresenta la temperatura dell’aria e V la vorticità stimata a 500 hPa.

Un valore di tale indice inferiore a 15°C rappresenta un rischio di formazioni temporalesche quasi assenti, mentre un valore superiore indica la possibilità, più o meno accentuata in base a valori sempre più elevati, di formazioni temporalesche.

2)      Il PW rappresenta il contenuto di vapore acqueo nella colonna d’aria presa in esame ed è espresso in millimetri. L’utilità di tale indice è lo stimare quanto sia umida l’aria.

Un valore inferiore a 5 mm indica una troposfera povera di umidità, al contrario valori superiori indica una maggiore possibilità di nubi temporalesche.

3)      Il LIFTED INDEX misura la stabilità atmosferica nella troposfera ed è espresso in gradi centigradi. L’indice di misurazione viene definito dalla differenza di temperatura tra il valore riscontrato a 500 hPa e quella riscontrata alla stessa quota isobarica da una particella elevatasi dal suolo in condizioni di aria secca.

Un valore superiore ai 2°C indica l’assenza di possibilità di formazioni temporalesche, mentre valori inferiori rappresentano sempre maggiori possibilità di temporali. Piccola nota indicativa: per valori inferiori ai -6°C i temporali risulteranno di forte intensità con possibili fenomeni vorticosi.

4)      Il CAPE INDEX indica la misura di energia totale di galleggiamento di una massa d’aria che rimane più calda in fase di ascesa in troposfera dell’ambiente circostante ed è espresso in Joule su chilogrammo. Un valore inferiore a 1000 J/kg, valore di soglia, indica l’assenza di temporali, mentre un valore superiore indica possibili temporali. Maggiore è tale valore e più forti risulteranno i temporali.

5)      Il CIN  indica l’energia che necessita ad una massa d’aria affinchè diventi instabile se sollevata forzatamente dal suolo. A valori intorno lo zero al suolo del CIN, indica l’assenza di opposizione alla formazione di temporali,mentre, al contrario, maggiore sarà tale valore maggiore sarà l’opposizione. Tale indice va comunque preso sempre in condizioni particolari di instabilità generalizzata della troposfera.

6) Lo SREH INDEX rappresenta la stima dell’intensità dei moti rotatori che potrebbero svilupparsi su di un piano verticale all’interno del temporale, responsabili delle raffiche ascendenti up-draft o discendenti down-draft. Un valore superiore a 150 indica temporali molto forti.

Un cordiale saluto

Luca Romaldini