Il sole presenta comportamenti ciclici di diverso periodo, uno dei quali è il ciclo di attività solare di circa 11 anni, evidenziato dalle macchie solari, attualmente verso la conclusione del 24° ciclo, che presenta una drastica riduzione dell’attività solare. Oltre a questo c’è un ciclo di 200 anni, esso pure in fase di declino dall’inizio del 1990, con variazioni del diametro del Sole, dalle quali dipende l’ Irradiazione Solare Totale (TSI) che determina le temperature terrestri.
La periodicità di queste variazioni permette ragionevolmente di prevedere il futuro climatico terrestre. Le misure registrate e rese pubbliche dalla International Space Station permettono una visione più ampia della situazione climatica terrestre cosi come quella di tutti i pianeti del Sistema Solare.
Infatti, come ben sappiamo, la vita sul nostro pianeta è resa possibile e dipendente dalla Irradiazione Solare Totale (TSI) e ad ogni suo cambiamento il clima terrestre cambia e si modifica adattandosi.
Il flusso energetico proveniente dal Sole cambia a seconda del suo diametro e conseguentemente la TSI e le macchie solari.
L’inerzia termica terrestre, atmosfera e oceani, producono un ritardo temporale rispetto a quelle solari, ma facendo un bilancio tra l’energia assorbita e quella ceduta dal nostro pianeta, è possibile calcolare lo squilibrio energetico, permettendo la prognosi sull’evoluzione termica del nostro pianeta.
Dall’inizio degli anni 90 abbiamo potuto osservare una diminuzione bicentennale della TSI e della relativa energia assorbita dalla Terra, dopo un periodo nel quale Gaia ha subito un massimo di energia ( facilmente riscontrabile anche dalle osservazioni sugli altri pianeti ), con conseguente raffreddamento nei prossimi anni a causa di un bilancio termico negativo e per inerzia termica già precedentemente citata.
I valori delle componenti del ciclo bicentennale e di quello undecennale, misurate in W/m2, diminuiscono a ritmo accelerato con conseguente perdita dell’assorbimento terrestre non compensato da una diminuzione delle normali emissioni termiche nello spazio.
I valori di TSI producono un cambio nelle temperature superficiali degli oceani (tartarughe) e cosi’ anche nell’atmosfera (lepre) in tempi più lunghi, ma sempre in termini non sufficienti a spiegare le fluttuazioni termiche delle temperature terrestri. Ecco perché subentrano feedback che portano ad un sistema di amplificazione di fenomeni nel tempo.
Feedback a noi noti sono senza dubbio l’effetto albedo, ovvero la riflessione nello spazio delle radiazioni solari, oppure la concentrazione atmosferica dei gas serra, vapor acqueo-CO2-metano.
L’albedo provoca un aggravamento delle condizioni termiche terrestri durante una fase fredda, mentre incentiva un riscaldamento durante una fase calda.
Le variazioni della concentrazione dei gas serra si muovono in direzione opposta, poiché la loro abbondanza è determinata in massima parte dalla temperatura degli oceani, non dall’attività umana, che ricopre una piccola percentuale.
L’amplificazione di questi feedback portano ad una variazione termica sul nostro pianeta legati indiscutibilmente alle variazioni della TSI.
Dunque è inutile sbandierare ai quattro venti le catastrofiche conseguenze di un riscaldamento termico antropico improbabile e solo per interessi politico-economici, ma continuo ad insistere che siamo avviati verso un raffreddamento planetario, cominciato nel 2004,sprofondando in una nuova piccola era glaciale già nel 2020.
Scheda variazioni bicentennali e temporali
Wolf XIII SECOLO
Sporer XV SECOLO
Maunder XVII SECOLO
Dalton XIX SECOLO
Prossimo
Eddy XXI SECOLO
Un cordiale saluto
Luca Romaldini