Tra i vari documenti che si trovano in rete pochi sottolineano le analogie che si riscontrano tra l’attuale fase del ciclo solare e quella immediatamente prima il famoso minimo di Dalton. Fondamentale, a mio parere, è sottolineare la sempre maggior analogia fra la curva del ciclo 24 e del ciclo 5 (1798-1810), primo del Minimo di Dalton coincidente con l’apice della Piccola età glaciale ( ricordo che i dati con molta probabilità non sono perfettamente corrispondenti alla realtà ed hanno una sottostima del 25% per il ciclo 5).
Se si applica in toto questa differenza, il Sole si troverebbe in una fase simile a quella del Minimo di Dalton con traccia verde del ciclo 5 più o meno corrispondente a quella gialla del ciclo 24 (Fig. 1).
Fig. 1
Comparazione fra l’Ssn del ciclo 24 (linea gialla), iniziato nel dicembre 2008, e del ciclo 5 (1798-1810), primo del Minimo di Dalton (1798-1823).
Data la durata media undecennale, il ciclo 24 si troverebbe ancora nella prima metà, quella che conduce al massimo; ma non è escluso possa avere un’evoluzione simile a quella del ciclo 5, che durò 12,6 anni: il più lungo, insieme al ciclo 23, di quelli storicamente accertati. Se i prossimi cicli dovessero confermare la fase di debolezza, si entrerebbe nel Minimo di Eddy, in memoria di John Allen Eddy, precursore degli studi sul Minimo di Maunder (1645-1715) e sulle correlazioni fra clima e attività solare.
Per rigore di informazione, fondamentale è ricordare che in quel periodo ci fu una intensa attività vulcanica, ricordo l’esplosione del Tambora in Indonesia nel 1815, causando un forte incentivo al raffreddamento climatico su tutto il pianeta, da qui molti hanno sostenuto che la Peg non può essere associata al ciclo solare, ma ricordo che il minimo solare è durato per decenni con effetti prolungati, mentre un’attività vulcanica può incidere sul clima per qualche anno.
Altro punto fondamentale è ricordare come l’intensa attività solare dei cicli 17-23 abbia comportato un aumento termico sul nostro pianeta, ma anche su tutti i pianeti del sistema solare, accreditato dalle sonde spaziali e dai telescopi internazionali, che smonta di fatto la convinzione che l’aumento delle temperature su scala planetaria sia stato indotto dai gas serra di origine umana come invece va dichiarando Al Gore e tutti gli scienziati a suo seguito che vivono con le sovvenzioni statali e per gli interessi di parte politico-economici.
I dati satellitari confermano l’attuale stabilizzazione termica del pianeta con inizio di graduale discesa media dal 2004.
Siamo di fatto rientrati nei canoni climatici old style (2012) e presto il raffreddamento, già in atto, provocherà uno scenario del tutto diverso da quello profilato da media e dagli scienziati di parte, rimettendo in forte discussione le politiche agrarie ed economiche dell’intero pianeta.
Altre conferme derivano dalla correlazione che con il rallentamento del vento solare, la radiazione cosmica nel sistema solare è in crescita, con conseguente aumento della copertura nuvolosa sul nostro pianeta, dimostrato da ricerche isotopiche e sedimentarie.
Dunque si continuano, ostinatamente, a confermare le gravi conseguenze ambientali derivate dalle attività umane, quando si dovrebbe guardare ad un processo ciclico climatico accelerato dall’uomo.
Ciò non vuol dire che non bisogna fare nulla per ridurre o annullare l’inquinamento dei metalli pesanti o delle radiazioni nucleari, vere piaghe per la vita sul nostro pianeta, ma non dare colpe alla CO2 dei problemi climatici. Anzi l’anidrite carbonica andrebbe benedetta visto che è il nutrimento della vegetazione sul nostro pianeta, essenziale per la fotosintesi clorofilliana e di rilascio di ossigeno.
Vi ricordate che necessitate di ossigeno???
Un cordiale saluto
Luca Romaldini